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Louvre
Claudia Cominoli
28 Ottobre 2019
Monna Lisa' smile
Parigi. Agosto 2019 Da un mese mi hanno spostata. Di fronte non c'è più la confusione delle nozze di Cana, con al centro lo sguardo distaccato e immobile del Cristo. Gran quadro, in tutti i sensi, ma quelli che entravano avevano occhi solo per me. È così da sempre. Ho traslocato, dicevo, sembra solo per poco, giusto il tempo di risistemare le stanze in vista della celebrazione di quel genio che mi ha dipinta.Mi hanno messa vicino ai ritratti di Maria de'Medici, ma non c'è gara; la gente neanche se ne accorge, cerca ancora il mio enigmatico sorriso. Li sento arrivare anche stamattina. Da sotto la piramide di vetro, è un'orda di umani vocianti, intruppati in una coda più lunga che mai, che salgono come un serpente per le scale mobili dell'ala Richelieu, redarguiti e sollecitati ad avanzare in fretta dai miei custodi, e anche loro urlano, si sbracciano e sudano nel vano tentativo di contenere gli scalmanati. Eppure la contemplazione della mia bellezza esigerebbe silenzio e solitudine, ma soprattutto tempo, tempo per godere del mio sorriso così famoso, per tentare di carpirne il più profondo segreto. Chissà se qualcuno si è accorto che oggi è più beffardo che mai, più compassionevole di fronte al nuovo rito collettivo che si consuma davanti a me, il selfie. Qualcuno non mi ha nemmeno guardata. Mi ha fotografata e basta
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