Castello di Tremona, con la realtà aumentata un'avventura nel Medioevo
Alla fine della ripida salita, finalmente la porta del castello. Il percorso dal fondo della valle fino a qui, fino al pianoro dove sorge il Castello di Tremona, è stato lungo, gli asini sono stati bravi, ma ora sono stanchi, sotto il peso delle merci che trasportano. Poco distante dalla porta di accesso al piccolo centro abitato, una ventina di metri sulla destra, c’è l’officina del fabbro con le stalle: il luogo ideale per far riposare gli animali, dargli da mangiare e da bere, fargli avere le cure necessarie. Si sa, i sassi, i ciottoli, il terreno duro di questa zona, lavorano i ferri degli zoccoli, vanno riguardati. In mezzo al fumo dei fuochi ed al vapore che il ferro rovente solleva quando immerso nell’acqua gelida per raffreddarlo, mi appare il lavorante del fabbro. Sarà lui a prendersi cura dei miei due compagni di viaggio.
Di fronte, nell’angolo opposto del crocicchio di tre vie, l’emporio, il posto giusto dove consegnare i sacchi di frumento, riso, cereali, sale che porto per la vendita. È un buon mercato, quello di Tremona e del suo castello. Certo, non sono ricchi, non è una reggia, ma gente ce n’è, saranno almeno un centinaio di fuochi, quattrocento persone, anche più, sono tante, in questo Anno Domini 1327, dovranno pur mangiare!, e soldi ne hanno, per comprare le mie merci. Non dimentichiamo che il Castello di Tremona controlla una delle maggiori vie di transito di merci, commercianti, viaggiatori tra nord delle Alpi e la pianura verso Milano. Lascio i sacchi, dopo una breve contrattazione incasso i miei soldi. Non è la prima volta che vengo qui, ormai ci conosciamo, ci fidiamo. I soldi che guadagno qua bastano per giustificare il viaggio dalla pianura. Ora mi aspetta un buon pasto, innaffiato da una caraffa dell’ottimo vino che producono i vigneti del fondovalle e dei piedi che salgono al castello. L’osteria è giusto alle spalle dell’emporio, dentro l’intrico di vicoli e viuzze creato dalle case addossate l’una alle altre. È quasi buio, ma impossibile mancarlo: basta seguire il profumo di minestra e l’odore del vino. Poi, una bella dormita, e domattina, prima del sorgere del sole, il viaggio di ritorno, verso la pianura, verso nuove merci da comprare e vendere.
Una fantasia? Si, ispirata dalla visita al Parco archeologico del Castello di Tremona, sul Monte S.Giorgio. Pochi minuti da Mendrisio, dall’autostrada che collega la Confederazione all’Italia, a Como, a Milano: ma mentre là sotto, nel fondovalle, la vita corre frenetica, rumore e caos, traffico e nervosismo, quassù la fantasia trova il suo libero sfogo, può correre libera e felice, senza briglie, immaginare avventure. Grazie anche alla nuova tecnologia in Realtà aumentata (Augmented Reality per quelli fini che masticano la lingua di Shakespeare) che permette al visitatore di immergersi completamente nella storia e nelle storie di questo posto magico. Basta un semplice paio di occhialini, dotati di un visore piccolo ma di grande effetto ed efficacia, e la fantasia può prendere il volo, seguendo i racconti e le immagini che scorrono sullo schermo.
Ha un grande passato alle spalle, Tremona. È un castello che si è sviluppato per diversi secoli, facendo leva su una posizione geografica invidiabile: una specie di sentinella del fondovalle, da lassù si potevano agevolmente controllare tutte le vie di transito tra la pianura e le valli a nord. Tre tiri di mura, e un lato protetto naturalmente da una parete rocciosa quasi verticale. Una torre posta nella posizione più elevata, e protetta da un perimetro murario interno ad ulteriore difesa da eventuali nemici. Insomma, il Castello di Tremona era una bella costruzione, e per questo ha potuto svilupparsi, crescere, arrivare ad una posizione egemonica, almeno localmente. Era un centro di commerci, di viaggiatori. Di pettegolezzi, anche. Di scambi, in ogni caso, come i numerosi reperti trovati durante gli scavi lo testimoniano. Di bravi artigiani: quello che rimane delle case, della torre, delle mura, racconta di scalpellini e muratori di grande capacità, sapevano il loro mestiere, sassi e massi sono lavorati molto bene, e uniti a comporre le costruzioni desiderate, siano esse civili, di lavoro o difensive, di grande qualità.
Tutte queste cose, e molte altre ancora, fanno parte dei racconti e dei filmati che gli occhialini di Realtà aumentata offrono al visitatore. Un’esperienza quasi unica, che pone il Parco archeologico del Castello di Tremona all’avanguardia nel settore, sicuramente davanti a molti altri luoghi simili più famosi e celebrati.