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MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ALTINO (VENEZIA)
Elettra Dal Sie
28 Novembre 2019
Profumo di promesse
Altino è un punto quasi invisibile sulla mappa geografica. Ci sono una strada, una locanda e il Museo che spicca in mezzo alla tranquillità sonnacchiosa della campagna veneta. In inverno ho visto alcune delle albe più belle andando al Museo, di quelle col sole che sale arancione e prepotente in mezzo ad una distesa di campi velati da una nebbiolina pronta a dissolversi. Eppure il giorno a cui penso io era un giorno di fine aprile, con quel tepore caldo che permette di stare all'aperto senza giacca e col profumo dell'erba appena tagliata che riempiva anche l'atrio della biglietteria. Un giorno in cui i bimbi giocavano in giardino prima di partecipare alla visita guidata mentre le maestre aspettavano che finissero di fare merenda. Erano arrivati in barca seguendo le tracce degli antichi percorsi lagunari che legavano Altino alle isole veneziane, ascoltando la storia di come gli abitanti del posto avevano fondato e reso Venezia la città che tutti amiamo. Li osservavo perché, in fondo, ogni gruppo che arriva al Museo è diverso, eppure, speciale a modo suo. La cosa più bella è vedere le espressioni dei bambini quando entrano nel Museo: guardinghi, perplessi, sospettosi perché chissà quali cose noiose può nascondere un museo. Ma poi, in mezzo al profumo un po' polveroso di legno e mattoni dell'ex risiera, la storia comincia: le sepolture dei cavalli veneti, le corse con i carri, i mercanti greci che andavano e venivano per la laguna prima ancora che la Serenissima nascesse. E sì, l'origine di Venezia racchiusa tutta qui, in questo puntino quasi invisibile sulla mappa dove, tra le vetrine, vivono ancora gli echi dei mastri vetrai che in epoca romana creavano capolavori dai mille colori, degli orafi che trasformavano l'oro in meraviglie e di Donato, così giovane e già così bravo a realizzare splendide calzature. Echi di persone che non sono più ma che hanno lasciato un segno indelebile. Ed ecco, allora, l'espressione affascinata dei bimbi: curiosi, stupiti, stregati dalla storia. E alla fine, sussurrato all'orecchio: "Posso dirti un segreto?" "Certo." "Da grande farò l'archeologo anch'io". Elettra Dal Sie
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