DUEMILASEICENTO CHILOMETRI DI GALLERIE
Non esiste un museo al mondo che abbia lo stesso numero di chilometri di gallerie di questo. Non ci credete? Pazienza, anche se deste fondo a tutte le vostre conoscenze, consultaste tutte le guide turistiche , anche se faceste man bassa di tutti i siti museali del mondo, duemilaseicento chilometri di gallerie non li trovereste mai. E' semplicemente impossibile. Eppure, oltre alla memoria della città dove sorge, è stato citato in opere letterarie di prima grandezza, in saggi, film, fumetti, persino in un videogioco. Da Victor Hugo ad Umberto Eco, da Francois Truffaut a Jean-Pierre Junette, tanti si sono occupati di questo sterminato e misconosciuto museo. Non è un museo antichissimo, anzi se vogliamo è piuttosto recente; basti pensare che la fondazione ufficiale è datata 1806. A quell'epoca il museo aveva "solo" ventitré chilometri di estensione, che però erano già diventati centotrentaquattro nel 1848 e seicento nel 1878. Oggi, come ho detto è esteso per duemilaseicento chilometri. Ci vado spesso, anche se sarebbe impensabile riuscire a percorrerlo tutto. Mi piace abbandonarmi nelle sue accoglienti braccia, mi piace perdermi in esso. come scriveva Walter Benjamin "...Non sapersi orizzontare in una città può succedere, ma perdersi in essa è una cosa tutta da imparare..." Ecco, anche in questo museo accade la stessa cosa, capita di non sapersi orientare, ma è impossibile perdersi. Aggiungerei purtroppo, perché le cose che hanno dimora qui dentro sono il riflesso di tutte le cose nate nella meravigliosa città che lo ospita. Non c'è luogo d'arte, non c'è dimora storica, non c'è cattedrale, piazza, parco, monumento che possa in un certo senso fare a meno di lui. Lo sviluppo urbano e questo museo sono andati di pari passo, uno riflesso dell'altro. Non elencherò cosa contiene perché sarebbe impossibile, e sarebbe impossibile perché questo museo non contiene nulla, ma è il luogo dove ci sono le radici di tutto. Allora se passate da Parigi, lasciate perdere il "solito" Louvre, abbandonate per una volta il "Musée d'Orsay", ignorate "Centre Pompidou" o "Fondation Vuitton" e dedicatevi a qualcosa di indispensabile, di unico e di conturbante. Aspettate che a Parigi piova, magari in una giornata d'autunno o d'inverno, accanto al Pont de l'Alma, sulla Rive Droit, eccolo maleodorante e straordinariamente affascinate, "Le Musée des Egoutes de Paris". Benvenuti nel ventre di Parigi.