Crescere con i librai

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Stendhal, sindrome di
david tolin
pel di carota
padova - PD
31 Agosto 2017
consiglio:
Bernard Friot, “Storie di quadri (a testa in giù)”
Per giungere “a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati” non occorre come dice il sommo Stendhal, da cui poi prese nome la sindrome in oggetto, trovarsi a Firenze, dentro Santa Croce, ma basta a volte sfogliare un bel libro. E, aggiungiamo noi, non sono necessarie le pitture più famose, di Michelangelo, Raffaello o Leonardo, ma bastano anche opere d’arte meno conosciute, ma lo stesso, belle e ammalianti. E in questa piccola raccolta di racconti le opere d’arte a cui viene data la parola hanno la bellezza dei classici, la sfrontatezza delle avanguardie, la maestà dei rinascimentali toscani e la bizzarria degli spagnoli del primo ‘900. In questo variegato museo immaginario, le vertigini, la confusione e le possibili allucinazioni sono causati da antiche storie d’amore di dame e cavalieri, da cenerentole contemporanee a cui far calzare nuove scarpe di un rosso conturbante, da ragazzini che cambiano nome in continuazione o vengono puniti con strane gite al museo, da notturni poetici quanto paurosi, da monologhi e preghiere, da lettere e poesie. E come ogni buon museo che si rispetti, anche questo ripercorre i punti cardine della storia delle pittura occidentale: da un affresco del I secolo dopo Cristo ai dipinti di alcuni dei più importanti artisti delle seconda metà del secolo scorso, passando per figure minori ma altrettanto esemplari quali Domenico Ghirlandaio e Sofonisba Anguissola, o Caspar David Friedrich e James Ensor. Da tempo Bernard Friot ci fa vedere attraverso i suoi numerosi racconti per grandi e piccoli, il mondo “a testa in giù”. Sarà forse questa semplicemente, senza dover scomodare il grande Stendhal, la ragione di questi disturbi, di questi strani capogiri.
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