consiglio:
Tiny Early, Il giovane Jim, trad. B. Masini
E’ il 1934 e non tira aria buona in Carolina: la depressione è arrivata e pare non volersene più andare. Jim ha 10 anni, sua madre è vedova, vivono nella piccola Aliceville con i tre zii e sono contenti. Lo sareste anche voi se per zii aveste una copia affettuosa dei tre fratelli Marx! La storia di Jim, di commovente immediatezza, è la confutazione dell’adagio tolstoiano: felici ma non noiosi. Jim passa per quelle tappe una volta familiari ma oggi estranee: il primo guantone da baseball (brano indimenticabile da leggersi a voce alta!), la prima scazzottata con il bullo di zona, il primo miglior amico, il primo incontro con la morte. Il romanzo ci ricorda quel che abbiamo perso dichiarando la felicità fuori legge. La cittadina in cui Jim e i suoi vivono è ancora il loro universo, e vivono nel presente perché il passato è già stato e sul futuro non si può fare affidamento. I loro orizzonti sono ristretti, ma la loro prospettiva è ampia. Tutto esistono in una piccola eternità, come questo splendido libro. Il giovane Jim sa perfettamente di vivere in una favola, ed è abbastanza saggio da aggrapparvicisi. Avrà tutto il tempo di essere infelice quando sarà vecchio!