consiglio:
Gilles Bachelet, "Il mio gatto è proprio matto"
Alcuni manuali di psicologia clinica affermano che per diagnosticare con sicurezza un disturbo di personalità il paziente deve aver superato l’età adolescenziale.
Per qualcuno il gatto protagonista di questo splendido albo dell’artista francese Gilles Bachelet (di cui consigliamo, anche la lettura de “La signora Coniglio Bianco”, per superare alcuni periodi di eventuale depressione) potrebbe essere considerato un chiaro esempio di personalità disturbata. Noi non conosciamo esattamente l’età di questo esemplare animale grande almeno 1,5 metri, grigio con pochi ruvidi peli, e una lunga protuberanza al posto del naso, incorniciata da due splendide corna color avorio, ma benché il suo pedigrée possa risultare alquanto bizzarro, numerose sono le prove che certificano la sua felinità. Basta sfogliare il libro e anche un bambino sarebbe in grado di capire questa ovvietà.
Come tutti i mici, anche questo dorme, mangia e ancora, senza sosta, dorme: nei posti più impensati, ma soprattutto sotto la lampada della scrivania per accaparrarsi un po’ di calore ulteriore. La sua attività fisica principale è quella di inseguire incessantemente per tutto l’appartamento, un gomitolo giallo dal filo infinito. La sua pulizia è esemplare, quella personale “sfiora la civetteria”, quella del suo wc profuma di garofani.
E per finire il nostro amico è fotogenico e soggetto infinito di mille immagini, non semplici foto ma quadri addirittura. Il suo proprietario, un pittore e a tempo perso illustratore per bambini, lo ha ritratto in mille modi diversi: tra succose nature morte, in volo con un violino, sopra una conchiglia, in un paesaggio metafisico, in versione cubista, surrealista e impressionista.
L’unico elemento che ci fa dubitare del suo essere gatto, è la sua adorazione dei cani e la paura folle dei topi, spiegabile solo dal fatto, che essendo sempre vissuto in casa non ne ha mai visto uno.
Unico disturbo accertato dal suo medico, un disturbo più legato alla neuromotricità, è la sua totale incapacità a cadere sulle quattro zampe come tutti i suoi pari sanno fare, ma per citare Billy Wilder, “nessuno è perfetto”.