consiglio:
Città di carta, di John Green
Può accadere a tutti nella vita di idealizzare una persona o avere una falsa percezione su di essa, qualora non si conosca veramente o solo attraverso quello che si racconta sul suo conto.
Può capitare, anche, che la persona idealizzata si senta “di carta”, perché percepisce di essere nient’altro che l’idea che gli altri sii sono fatti di lei.
E’ quello che succede al protagonista di Città di Carta, Quentin, un ragazzo in età da college, e a Margo, una ragazza che frequenta la sua stessa scuola e da cui è fortemente attratto.
Margo, viene considerata da Quentin più come un’idea, la ragazza più glamour e desiderabile della scuola, “una cosa incantevole e preziosa” che come una persona dall’identità complessa.
Tutta la storia raccontata da John Green, consiste nella ricerca della vera Margo da parte di Quentin, sia in senso letterale che metaforico, e rappresenta il tentativo di uscire dal labirinto dei pregiudizi.
Una sorta di mappa che l’autore ci suggerisce per annientare l’idea di una persona e restituirgli la sua vera identità o perlomeno di dargli la possibilità di costruirsela.
«Più faccio il mio lavoro, più mi rendo conto che gli esseri umani sono sprovvisti di buoni specchi. È durissima per gli altri spiegare a noi come ci vedono è durissima spiegare agli altri come ci sentiamo.»
Spiega il padre di Quentin, offrendoci un importante chiave di lettura.