DROGHE, ABUSO DI - DIPENDENZA
BARBARA PIERALICE
LIBRERIA NUOVA EUROPA
ROMA - RM
13 Settembre 2013
rimedio:
Rick Moody, la piu’ lucente corona di angeli in cielo, Roma, minimufax
Ricordate Lou Reed che canta Heroin con i Velvet Underground: “I don’t know just where I’m going/ But I’m gonna try for the kingdom if I can/’Cause it makes me feel like I’m a man/When I put a spike into my vein”? A metà tra Heroin e Walk on the wild side, La più lucente corona d’angeli in cielo potrebbe essere uscita dalla penna di Lou Reed, per quanto trasuda dolore, dipendenza da eroina, disperazione, perdita, ricerca d’amore. Tre storie ambientate in poche strade nell’East Village, di New York. C’è Jorge Ruiz, trentacinquenne che ama passare le sue serate al Rudere, locale sadomaso; Toni Gardner, ragazza venticinquenne dell’Upper East Side, che viene messa all’asta in un locale che si chiama Wendy’s, e “acquistata” da una coppia di lesbiche, Doris e Marlene; e infine Randy Evans e la sua spacciatrice di hashish Yvonne che vanno a vivere insieme perché stanno per avere un bambino. Ma c’è anche tanta altra gente che fu “catturata nelle maglie di quei cinque minuti di giugno, di fronte a un posto sull’Ottava Strada dove si spacciava, negli istanti subito prima e subito dopo”. La voce narrante, senza nome, è amico di ognuno di loro, ha preso parte alle loro vite, e conosce perfettamente quei locali e il loro mondo, ma al tempo stesso riesce a prenderne le distanze, a non giudicare, a dettare il ritmo, il suono giusto delle loro storie di losers, di perdenti, di tutti coloro che compongono “la più lucente corona d’angeli in cielo”. I protagonisti lentamente sbiadiscono, divengono abulici, persi nel loro essere fantasmi, “sguardi senza corpo”. Il narratore appare come un cantore orale, un aedo postmoderno di queste storie dure di dipendenza dalla droga e dal sesso, che finiscono per somigliare proprio al narratore senza nome. Fino a quando anche il narratore scompare. “Adesso me ne vado. Vado via”. Luigi Toni