rimedio:
Ness Patrick, Sette minuti dopo la mezzanotte
Quando soffriamo per la perdita di qualcuno vorremmo essere ovunque, tranne dove siamo. Vorremmo far finta che non sia successo, ma il tempo non torna indietro solo per farci piacere. Vorremmo che qualcuno ci capisse, ma abbiamo la sensazione che nessuno lo possa fare. Il dolore ci rende soli, così soli che ci nascondiamo persino a noi stessi; o almeno ci proviamo, finché non viene il sonno a tormentarci con incubi spaventosi. Il dodicenne Conor è esattamente in questa situazione: la prolungata malattia della madre trasforma le sue giornate in un inferno muto; gli altri lo trattano come un lebbroso, chiunque sembra aver paura di parlargli e nemmeno le maestre a scuola lo puniscono più per le sue malefatte, per quanto gravi siano. "Poverino" pensano, ma lui quella compassione la odia, così come odia sua nonna a cui non piacciono i bambini e suo padre lontanissimo. Conor è la vittima perfetta, inconsapevole, di quel mago cattivo e subdolo che è il Dolore; ma c'è chi ha deciso di non dargliela vinta. Una notte il Tasso davanti casa, l'albero più vecchio e minaccioso che Conor abbia mai visto entra in camera sua, sette minuti dopo la mezzanotte. Non è lì per compatirlo, ma per minacciarlo: Si presenterà per tre notti, sempre alla stessa ora, e ogni notte gli racconterà una storia. La quarta notte, sarà Conor a raccontarne una a lui. Il ragazzo vorrebbe rifiutare, ha già tanti problemi senza che ci si mettano anche gli alberi parlanti ma non si dice "no" a un Dio e così, una notte dopo l'altra, l'albero gli racconta le sue storie. Non sono storie belle, non hanno una morale, non sono rassicuranti. E allora a che servono? Conor lo scoprirà quando sarà infine costretto a raccontare la sua. Perchè è questo che fa il mago cattivo: ti distrugge con il senso di colpa, ti fa sentire responsabile per ciò che hai perso, ti fa sentire un fallito per il destino che non sei riuscito a cambiare e ti rende rabbioso verso gli altri per lo stesso motivo, colpevoli anche loro di non aver potuto o voluto fare abbastanza o diversamente. Ti fa desiderare la morte. La Vita però non è giusta o sbagliata e non tutto quel che ci accade è opera delle nostre mani. Ciò che siamo non passa dai nostri pensieri o dalle nostre emozioni, ma dalle nostre azioni. Solo accettando questa verità si può sconfiggere il mago, liberarsi dal suo veleno e ricominciare finalmente a vivere con serenità accettando la rabbia, il senso di impotenza, e soprattutto il fatto che non è un mondo perfetto quello in cui viviamo. Una grande lezione senza tempo, per grandi e piccoli.