Sergej Prokof'ev - Concerto nº 2 per pianoforte e orchestra

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Un predestinato provvisto di un enorme talento, uno che può decidere di fare qualsiasi cosa e riuscirvi. Uno che aveva composto il suo primo pezzo a cinque anni.

Il 16 maggio 1914, a San Pietroburgo, Josè Raul Capablanca venne battuto a scacchi da Sergej Prokof'ev. È vero che si trattava di una simultanea, il grande scacchista cubano giocò contro 24 sfidanti, ma diamo atto a Prokof'ev di aver vinto con il nero avendo di fronte uno dei più grandi scacchisti di tutti i tempi, campione del mondo per sei anni di seguito. 

Il secondo concerto per pianoforte se lo era scritto per sé, presumibilmente avrebbe dovuto essere uno dei pezzi sui quali fondare la propria carriera come concertista-compositore, la stesura occupò qualche mese in un periodo durante il quale lui e la madre, vedova da un paio di anni e sua prima insegnante di pianoforte, viaggiarono per l'Europa, la partitura originale andò perduta durante la rivoluzione del '17, Prokof'ev la ricostruì a memoria qualche anno dopo.

È sbagliato pensare che un musicista approfitti della musica che scrive per tracciare la propria autobiografia, ma è possibile che ascoltando il secondo concerto per pianoforte si sia attraversati dall'impressione di assistere a una sorta di rito di iniziazione, il giovane guerriero, eccellente scacchista, che affronta e doma ciò ritiene dovrà essere il proprio destino, giocando d'attacco senza immaginare il giorno nel quale la Cantata per il ventesimo anniversario della rivoluzione, da lui composta su testi di Marx, Lenin e Stalin, verrà censurata dalla commissione per le arti, pare su indicazione dello stesso Stalin, restando ineseguita fino alla sua prima esecuzione integrale, nel 1992, che avverrà a Londra, antica meta del suo primo viaggio all'estero.